Giancarlo Piranda, percorsi nell'Arte italiana del '900

Avvenire - Peppe Romano

 

Vedo le mani grassottelle di un bambino industriarsi a scalfire con una matita troppo lunga il foglio del quaderno di prima elementare per riprodurre forse la "tenda rossa" o i "naufraghi del pack".


Da sempre è rimasto afascinato dalle immagini che fanno ricche le riviste, i libri ed i giornali che nutrono la madre, insegnante di lettere: e dalla nonna, Adele Piranda, Giancarlo Gisotti avrà il suo nome d'arte.

Più tardi, a Roma, a Londra e negli USA, frequenterà circoli ed artisti famosi scambiando con lo loro la sua esperienza.
Come un dramma, vissuto in un interminabile istante, ricrea le emozioni di quel momento ogni volta che affiora dal subcosciente, così, nella sua fantasia, rivive il coro di voci in cui la vita lo ha immerso ed esse sempre lo chiamano con la potenza ossessiva della loro musica colorata che lo fa vibrare e dipingere in "trance" le "sue" figure dolci o petrigne. [...]